Anita Caroselli Psicologa
sabato 21 settembre 2019
A come ANSIA...
Potremmo definirla come una degenerazione della paura, un'emozione fondamentale per la nostra sopravvivenza perché, grazie ad essa, riconosciamo il pericolo.
L'ansia insorge quando sperimentiamo un disagio psicofisico che non riusciamo a gestire e il nostro corpo invia forti segnali di allarme come palpitazioni, difficoltà respiratorie, sudorazione, formicolii, ecc.
Talvolta, per questo, andiamo dal medico, se non al pronto soccorso...
Ma, in realtà, il nostro corpo sta esprimendo un disagio psichico più profondo.
In questi casi chiedere aiuto non è debolezza, ma coraggio!
San Paolo diceva "quando sono debole è allora che sono forte". Questa frase fa riflettere: Il sentirci forti, spesso, ci rende ciechi, superficiali e avventati.
La debolezza ci mette a nudo, a contatto con il nostro limite, pronti a ripartire da una base inaffondabile... la verità di ciò che siamo.
Ubicazione:
75015 Pisticci MT, Italia
sabato 2 maggio 2015
Quando leggere aiuta a crescere...
E’ un passaggio obbligato che il nostro crescere sin da bambini, per come il concetto di istruzione intende la nostra crescita, avvenga attraverso l’importante veicolo della lettura. I libri sono i compagni odiati ed amati della nostra infanzia. Ma, sempre più spesso, vengono relegati a contenitori di informazioni da imparare, riducendo, a mio avviso drasticamente, il loro valore e le loro potenzialità.
E’ ampiamente
dimostrato da alcune ricerche di un’università americana che parlare e leggere
in gravidanza aiuta il feto a svilupparsi oltre che a riconoscere precocemente
le voci delle persone care. Ma la lettura, oltre ad essere importante nella
vita intra-uterina, lo è anche nella prima infanzia. Vediamo insieme perché:
·
Accresce
la creatività e l’immaginazione: i libri, a differenza del computer e della
televisione, non offrono un “pacchetto preconfezionato”, ma lasciano spazio
alla fantasia con luoghi e personaggi tutti da creare nella propria mente,
stimolando l’inventiva e la creatività dei bimbi.
·
Trasmette
valori e cultura: attraverso le favole, trasmettiamo la nostra cultura e i
nostri valori e, dunque, un po’ come avveniva nelle tribù, “iniziamo” i nostri
bambini alla conoscenza della parte di mondo in cui vivono. Una favola europea
è molto diversa da una favola asiatica o africana… Ma, in un’ottica sempre più
multietnica, far conoscere ai nostri bambini anche le favole di altre culture può
aiutarli nella comprensione di realtà sempre più presenti nel loro contesto.
·
Facilita
la lettura della realtà: ogni storia ha una trama ed uno svolgimento tipico;
delle situazioni che tendono a ripetersi e ad avere un esito abbastanza
scontato per noi adulti. Per un bambino tutto ciò è fondamentale in quanto lo
aiuta a crearsi una griglia mentale che lo aiuti nella comprensione e nell’interpretazione
della realtà.
·
Insegna
a risolvere i problemi: le situazioni complicate, che spesso si trovano nelle
favole, e le strategie attraverso cui vengono risolte aiutano i bambini ad “aguzzare
l’ingegno” ed a comprendere che hanno la possibilità di interagire con il mondo
e con gli eventi ottenendo dei risultati. Ci sono alcune favole, infatti,
particolarmente indicate per affrontare i momenti difficili nella vita di un
bambino. Pensiamo, ad esempio, a “Lilli e il vagabondo” per affrontare la
gelosia con il fratellino o la sorellina. Se analizziamo la storia Lilli è una
cagnolina molto amata dai suoi padroni, una giovane coppia appena sposata.
Appena arriva il primo figlio Lilli viene allontanata e messa in giardino perché
considerata pericolosa. Lilli soffre molto e decide di scappare mettendo in
pericolo se stessa. Alla fine della storia la cagnolina viene riammessa in casa
e prosegue felice la sua vita con i suoi padroni e con il nuovo arrivato con
cui fa amicizia. Se sostituiamo Lilli con un primogenito e il neonato della
storia con un secondogenito ecco che tutto ci appare chiaro: stiamo parlando
della difficoltà per un primo figlio nell’accettazione del cambiamento che
porta l’arrivo di un fratellino. Leggendo questa storia con il vostro bimbo
potreste fargli delle domande ad hoc a cui seguirebbero, ve lo assicuro, delle
risposte davvero interessanti. I bambini tendono naturalmente ad identificarsi
con gli animali e fanno dire a loro i propri pensieri.
·
Fortifica
l’autostima: il “lieto fine” delle favole aiuta i bambini, attraverso un eroe
con cui identificarsi, a credere nelle proprie risorse interiori e ad avere
fiducia nel futuro.
·
Stimola
a costruire le relazioni: Il momento della lettura, se condiviso con un adulto,
diventa un momento “di relazione” in cui conoscersi e fare le “grandi domande”
che da molto presto albergano i cuori e le menti dei nostri piccoli. La
presenza magari di una nonna, di un papà o di una sorella maggiore sostiene il
bambino in una comprensione guidata, ma che mai deve essere forzata, del mondo.
·
Facilita
l’espressione delle emozioni e l’empatia: le situazioni spesso drammatiche e i
personaggi negativi che si avvicendano nelle favole aiutano i bambini ad
esternare le emozioni ed a comprenderle negli altri.
Appare
chiaro come la lettura possa sostenere i nostri figli nel loro delicato
processo di crescita, ma, al di là di tutte le considerazioni psicologiche,
penso che “qualcuno”, molto tempo fa, ne avesse già intuito il valore:
“Le
favole vengono raccontate ai bambini affinché, in una luce pura e lieve, i
primi pensieri e le prime forze del cuore si sveglino e crescano” (Fratelli Grimm)
venerdì 3 aprile 2015
Quando "risorgere" diventa possibile
Ci apprestiamo a
vivere una delle feste più importanti della fede cristiana, la Pasqua. Spesso, festività come questa vengono vissute in un clima di indifferenza o, tutt’al
più, come un’occasione per mangiare e fare scampagnate e gite fuori porta. Ma
qual è il significato profondo di questo evento?Cosa può insegnare alla nostra
vita?
La parola “Pasqua”
deriva dall’Aramaico Pesach (pasa') e significa “passare oltre”. Nella Pasqua cristiana celebriamo il passaggio da morte a vita di Gesù e di conseguenza
dei cristiani che, liberati dal peccato, “risorgono” insieme a Cristo.
E qui mi viene in mente una frase di Jim Morrison:
"Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli,
trova sempre la forza di riprovarci."
Voglio partire da questa citazione “profana” per condividere con voi l’importanza del saper risorgere nella nostra vita...
Voglio partire da questa citazione “profana” per condividere con voi l’importanza del saper risorgere nella nostra vita...
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lunedì 16 marzo 2015
Quando la perfezione si fa donna
Ognuno ha i propri standard, sia che si tratti di ruoli,
oggetti o situazioni:
La donna ideale,
il migliore aspetto fisico, il portamento
giusto.
Interessante vedere come ognuno di questi aggettivi,
solitamente associati alla perfezione, racchiuda in sé altri significati
piuttosto interessanti:
Ideale = conforme ad un’immagine che abbiamo in
mente
Migliore = ciò che diletta, che rallegra
Giusto = conforme alla legge.
Per curiosità… Andate su un qualsiasi motore di ricerca,
cliccate sulla sezione immagini, digitate “donna perfetta” e guardate cosa
viene fuori.
Fatto?
Potete ben comprendere quali siano le nostre associazioni
mentali spontanee quando le parole “donna” e “perfetta” vengono affiancate:
corpo e sesso; ed entrambi vengono collegati a misure e canoni. Troviamo
decaloghi da rispettare e collage di parti del viso e del corpo di attrici e
modelle.
Ma cosa significa perfetto? L’origine latina del termine ci
rimanda al concetto di “Compiuto”, “completo”, “integro”. L’eterno conflitto è
sempre fra il significato puro e originario di un parola e quello che poi viene
modificato, semplificato o complicato ma, quasi sempre, distorto.
lunedì 3 febbraio 2014
Quando la coppia "va in crisi"
E’ un’abitudine comune dare alla parola crisi un’accezione negativa, nonostante l’etimologia sia greca che latina del termine ci rimandi, in realtà, al semplice concetto di scelta, del tutto neutro in sé per sé. Mi piace, però, l’idea di condividere con voi una scoperta relativamente recente: pensate che nella lingua cinese, la parola crisi si traduce con due ideogrammi: il primo “wei” significa minaccia, il secondo “ji” significa opportunità.
Questa differenza culturale può aprire nuove prospettive nel modo di vedere la crisi che, dunque, può non essere concepita come un momento totalmente negativo. Potremmo dire, invece, che rappresenta una sorta di sfida che possiamo decidere di cogliere come opportunità di trasformazione e miglioramento invece che come minaccia. Ed è proprio in quest’ottica che mi piacerebbe guardare alla crisi, non solo nella coppia, ma in generale.
giovedì 9 gennaio 2014
Quando il nostro corpo si fa carico di un disagio
Immagini forti: una ragazza che chiaramente
percepisce in modo distorto il proprio corpo, una che vomita, un’altra che si
abbuffa mentre piange, una che, prigioniera dei centimetri, si sente con “le
mani legate” di fronte al cibo, un bambino che si ingozza davanti alla tv.
Quante volte il nostro corpo si prende il
compito di esprimere le nostre emozioni e quante volte il cibo, amato oppure
odiato, serve per comunicare, a volte gridare, un disagio.
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